Le gallerie lapidarie del Museo archeologico nazionale di Aquileia sono un ampio settore espositivo articolato in due quadriportici che circondano e racchiudono Villa Cassis e lo storico giardino del complesso museale.
La loro costruzione fu avviata nel 1898, in occasione del Giubileo di regno dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe, per ricoverare i numerosissimi reperti archeologici in pietra provenienti dal territorio che fino ad allora erano collocati in parte all’interno del museo e in parte nel giardino e a ridosso del muro di recinzione del complesso.
Il primo braccio venne eretto entro il 1908 su progetto dell’architetto Georg J. W. Neumann, mentre il secondo fu completato nel 1939. Il braccio occidentale e il secondo quadriportico furono aggiunti negli anni Cinquanta del Novecento, in concomitanza con la creazione dei depositi del museo.
Nelle gallerie trovarono sistemazione ingenti quantità di materiali: iscrizioni, elementi architettonici decorati, rilievi e sculture in calcare e marmo. Tra i numerosi monumenti funerari si contano urne, sarcofagi, statue, stele, are e cippi, arricchiti da iscrizioni e decorazioni a rilievo, talvolta raffiguranti i volti degli antichi abitanti della città. È attraverso l’immagine e la parola, espressa su ciascun monumento funerario, che aspiravano a essere ricordati e a tramandare la propria memoria.
Al centro del giardino è ricostruito il recinto funerario della famiglia dei Curii e, al suo interno, il monumento principale, costituito da un basamento con un’edicola a copertura piramidale che ospita una statua femminile in calcare. Il monumento è databile entro la prima metà del I sec. d.C. e fu scoperto nel 1883 a sud di Aquileia, in località Colombara.
Il secondo quadriportico raccoglie la cosiddetta mosaicoteca del museo. Qui, infatti, negli anni Cinquanta del Novecento, furono collocati a pavimento e a parete alcuni tra i più raffinati mosaici rinvenuti nel sito di Aquileia e allora trasferiti in museo dal luogo di rinvenimento per motivi conservativi. A seguito del recente riallestimento, alcuni di essi sono stati rimossi e, dopo il restauro, sono stati trasferiti all’interno del museo e dei nuovi depositi. Restano visibili in questo settore alcuni mosaici provenienti da contesti residenziali di età romana e dal sito delle Grandi Terme di IV secolo.
Attualmente alcuni settori delle gallerie lapidarie e del giardino sono preclusi alla visita, poiché interessati da lavori. Dopo il completo rinnovamento della sede principale di Villa Cassis e dei depositi, è in fase di avvio l’impegnativo restauro di questo settore espositivo, previsto per il biennio 2026-2027. Due gli interventi già in fase di completamento: il primo riguarda il padiglione multifunzionale del museo, arricchito ora di nuove dotazioni per i servizi al pubblico e dall’esposizione di reperti che raccordano il museo alle gallerie anche dal punto di vista narrativo; il secondo permetterà di riaprire nei prossimi mesi la sezione navale del museo.





