Lo straordinario santuario etrusco e romano in mostra al Museo archeologico nazionale di Aquileia dal 5 dicembre 2025 all’8 marzo 2026
La mostra “Gli Dei ritornano. I Bronzi di San Casciano” arriva al Museo archeologico nazionale di Aquileia dopo le edizioni allestite nelle prestigiose sedi del Palazzo del Quirinale, del Museo archeologico nazionale di Napoli, del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e della James-Simon-Galerie di Berlino.
La mostra, a cura di Massimo Osanna e Jacopo Tabolli, è dedicata a una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni: lo straordinario santuario termale etrusco-romano di San Casciano dei Bagni in provincia di Siena. Si tratta di un importante evento espositivo organizzato grazie alla collaborazione tra la Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, la Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, l’Università per Stranieri di Siena e il Comune di San Casciano dei Bagni.
Il suggestivo allestimento all’interno dei nuovi depositi del Museo archeologico nazionale di Aquileia arricchisce il percorso espositivo con le novità delle ultime campagne di scavo, esposte per la prima volta in Italia. Gli straordinari reperti raccontano secoli di devozione e di preghiere in un luogo caratterizzato dalla presenza di acque calde, che ha significativamente mantenuto nel nome la memoria della vocazione termale di questo territorio: donne e uomini, adulti e bambini, di culture e lingue diverse, hanno frequentato e condiviso lo stesso santuario, la cui sacralità era strettamente legata alla presenza di acque termali dalle spiccate qualità terapeutiche. Proprio il tema del contatto, dello scambio e delle contaminazioni tra culture sarà la chiave di lettura della edizione aquileiese della mostra, che si inserisce nel quadro delle iniziative programmate nell’ambito delle celebrazioni di GO!2025 – Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025, arricchendo il palinsesto degli eventi grazie all’alto profilo scientifico del progetto curatoriale e allo straordinario valore documentario dei reperti.






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