Pesci, interi o già consumati, uova, foglie di vite, olive, mele, pere, ciliegie, fichi, uva, mandorle e castagne, in ordine sparso sul pavimento, sono ciò che rimane del lauto banchetto che il ricco proprietario di una domus aquileiese fece rappresentare sul raffinato mosaico di una sala da pranzo. Il motivo, noto fin dall’antichità con il nome di asarotos oikos, cioè pavimento non spazzato, era molto apprezzato nel mondo romano. L’invenzione di questo curioso motivo decorativo si deve, secondo il naturalista Plinio il Vecchio, al mosaicista Soso, vissuto nel II secolo a.C. alla corte dei re di Pergamo in Asia Minore. La scelta di commissionare un mosaico simile in una domus aquileiese alla fine del I secolo a.C. racconta della ricchezza e del livello culturale del padrone di casa, che poteva certamente ostentare grandi possibilità economiche e un alto livello intellettuale.







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